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Libri, scuola e cura di sé

In questo 2019 è successo qualcosa di magico in casa TEDxReggioEmilia: ci siamo resi conto di quanto l’amore per i libri ci accomuni.

Siamo un gruppo di lettori compulsivi, amiamo la parola scritta in modo viscerale e ne amiamo la condivisione tanto da aver collegato l’evento Culture is Future al nostro primo bookcrossing spargendo per le città libri diversissimi ma uniti da una caratteristica comune: sono tutti libri amati.

Nei volumi condivisi c’era di tutto: epopee famigliari, gialli, libri di crescita personale, saggi di storia e filosofia, libri etichettati “per ragazzi” e anche grandi classici.

Questo ci ha fatti riflettere: come abbiamo fatto ad amare i classici? Teoricamente questo compito spetterebbe alla scuola, ma, ammettiamolo, chi di noi ha mai amato I Promessi Sposi o la Divina Commedia mentre erano oggetto di compito in classe? E chi ha mai riletto di sua spontanea volontà Verga, Sciascia o Grazia Deledda prima dei 30 anni?

Eppure basterebbe molto poco, basterebbe uscire dalle edizioni uguali per tutta la classe solo perché così dare i compiti è più semplice.

Basterebbe stimolare il confronto, la prospettiva diversa, la libera associazione di idee e ricerche.

Basterebbe far diventare i ragazzi soggetto del proprio studio invece che oggetto. 

In questo futuro (che è in realtà già molto presente) gli studenti hanno bisogno di scoprire che la cultura è un divenire costante, che il mondo è pieno di meraviglie letterarie e che un libro può essere la controparte perfetta per un video, che molti poeti sono cantanti senza musica e che un’idea geniale nasce dall’esplorare quanti più collegamenti possibili.

Il nostro tempo è quello degli stimoli continui, perfino fastidiosi, che limitano la capacità di concentrazione, che fanno sentire disallineato chi si ritaglia tempo fuori dal circuito della connessione ad ogni costo.

Per questo la scuola fatica a tenere il passo, perché i ragazzi la vedono come un luogo fuori dal (loro) tempo.

Dobbiamo ricreare una vicinanza, ma come? Impossibile (e sbagliato) riportare i ragazzi in un tempo pre-web, quindi è necessario lavorare sulla scuola, è necessario mettere il web al servizio della scuola, è necessario creare nuovi canali di connessione legati al contesto scolastico.

Canali verificati, protetti, che facciano ritrovare ai ragazzi il piacere di scoprire, il desiderio di informarsi, la meraviglia di studiare.

Nella scuola sognata da Riccardo Lucio Agostini accade questo e se vuoi capire meglio quel sogno puoi ascoltare il replay del suo intervento del 6 aprile al Teatro Cavallerizza. 

Perché se riusciremo in questo, se doneremo loro la capacità di trovare una risposta nella cultura, troveranno anche la capacità di scoprire come leggere libri sia un modo per prendersi cura di sé.

Perché noi ci crediamo ai libri che curano.

Crediamo che La Collina dei Conigli aiuti a vincere l’ansia, che la paura della guerra trovi sollievo grazie a Storia di una Ladra di Libri, che Cime Tempestose faccia capire cos’è un amore malato, che Il Signore delle Mosche sconfigga la voglia di supremazia e molto molto altro ancora.

Trovare libri che curano non è il nostro mestiere, ma se guarderai il video dell’intervento di Elena Molini, capirai come ci siano luoghi magici dove poter chiedere consigli che curano.

Sara Salvarani

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